Equinozio di primavera: secondo i Tarocchi quest’anno è il giorno del “Giudizio”
Anche quest’anno il 20 marzo, è l’equinozio di primavera, ovvero l’inizio della primavera, per noi che viviamo sopra l’equatore, mentre inizia l’autunno per chi vive a sud del parallelo che divide i due emisferi. Ho sempre pensato che le stagioni cominciassero il 21, ma ho scoperto dopo che questa data è variabile ogni anno, in base al moto di rivoluzione della Terra.
Marzo è il terzo mese dell’anno, secondo il calendario Gregoriano, non a caso l’Arcano III dei Tarocchi di Marsiglia è L’Imperatrice, simbolo della bellezza femminile, del nutrimento della terra, del potere creativo, del fiorire dell’adolescenza, dello schiudersi dell’uovo, conservato e custodito dalla Papessa, Arcano II, che la precede nella serie degli Arcani Maggiori. L’energia de L’Imperatrice richiama un po’ Flora, dea della primavera secondo antichi latini. Secondo i miti, Flora regolava infatti lo sbocciare dei fiori e, in generale, il risveglio della terra e di tutto quello che fiorisce: la gioventù, i sensi, la bellezza e la speranza.
Una delle prime cose che ho notato nei Tarocchi di Marsiglia è che in molti degli Arcani Maggiori ricorre il simbolo dell’uovo. Conoscevo la simbologia dell’uovo cosmico e ritrovarla presente in questo strumento di conoscenza, mi ha incuriosito molto. È stato uno dei segni che mi ha spinto a indagare di più sui Tarocchi e che mi ha fatto pensare che questi rivelassero qualcosa di più di quanto generalmente si crede.
L’uovo è, sin dai tempi antichi, simbolo di rinascita, di vita. Così ho pensato, quale giorno migliore di oggi per portare alla luce questa curiosità?
L’equinozio di primavera che quest’anno ricorre il giorno 20, mi invita a indagare sul ventesimo Arcano dei Tarocchi, che corrisponde a Il Giudizio (Arcano XX), chiaro riferimento al giorno del Giudizio Universale delle Sacre Scritture, che contiene l’archetipo della rinascita e della trasformazione. Non a caso è uno degli Arcani Maggiori dei Tarocchi che contiene la simbologia dell’uovo. Prima di parlare dei Tarocchi, però, facciamo un salto indietro per conoscere le origini, non così lontane, delle celebrazioni e dei relativi rituali collegati all’equinozio di primavera.
Miti e tradizioni antiche sull’equinozio di primavera
Gli equinozi e i solstizi scandiscono i cicli della nostra vita: sono le pause e le note del ritmo della natura, su cui tutti, più o meno consapevolmente, danziamo continuamente. Altrettanto consapevolmente partecipiamo ogni volta a dei rituali, tramandati dai culti più antichi, mascherati a volte dai cambiamenti culturali che l’essere umano ha vissuto e vede ancora davanti a sé.
Una della prime celebrazioni dell’equinozio di primavera è stata registrata intorno al 4700 a.C., e pare essere Sham El Nessim. Nell’Egitto delle Piramidi, ancora oggi si festeggia questo giorno facendo picnic sui prati pieni di fiori e di colori, consumando tra tutti, uno dei cibi universalmente riconosciuti come simbolo di rinascita: l’uovo. Uova dipinte a mano venivano appesa fuori dalle abitazioni e ancora oggi sono presenti nei templi sacri a inneggiare il potere di rigenerazione della vita stessa. Come molti dei rituali dell’epoca Faraonica, questa festa era una ricorrenza legata all’agricoltura, i cui riti di fertilità sono stati poi inglobati nei riti Pasquali dal Cristianesimo. Secondo gli Egizi, con l’avvento della primavera, l’uovo cosmico che era stato plasmato e deposto dal dio Ptah sulle rive del Nilo, veniva prima covato dall’oca sacra e si schiudeva, poi, facendo uscire Ra, il dio Sole.
Non sarà mica una coincidenza che a Pasqua, al di là del credo religioso di ognuno, permane anche da noi la tradizione di mangiare le uova?
Nei miti antichi, la Fenice prima di morire preparava un nido a forma di uovo, si poneva poi al centro di questo, lasciandosi incenerire dai raggi del sole. Proprio da queste ceneri si formava l’uovo dal quale l’Uccello di fuoco riprendeva vita. La Fenice diventava così simbolo della vita stessa, ma anche del Cosmo nel quale ha riportato la sua vita. Per questo motivo riesce a generare l’uovo dal quale rinascerà, come la Natura si auto-genera all’infinito.
Questo mito risponde a uno degli enigmi più misteriosi di sempre: viene prima l’uovo o la gallina?
Non voglio sminuire la maestosità della Fenice, ma la tradizione delle uova è documentata in tempi ancor più remoti di quelli Egizi. Fra gli antichi Persiani era diffuso il rituale dello scambio di semplici uova di gallina in questo periodo e spesso le uovo venivano anche decorate. L’avvento della primavera era considerato una specie di primo dell’anno, così come per i Greci e Cinesi.
L’uovo è simbolo della vita intera poiché rappresenta l’energia ricettiva, o femminile, (l’albume) e quella attiva, o maschile, (il tuorlo) all’interno del guscio, elemento di protezione che unisce in se stesso due forme geometriche, cerchio e piramide. Le uova sono il simbolo dell’origine di tutte le cose, anche noi proveniamo da un seme che ha la stessa struttura dell’uovo.
Popoli diversi, simboli universali: il culto della rinascita
Gli antichi Celti facevano rotolare le uova dalla cima di una collina per imitare il movimento del sole nel cielo, durante la festa del Beltaine (letteralmente “fuoco luminoso”), festa dedicata al dio della luce. La Chiesa Cattolica reinterpretò anche questo rituale, utilizzando il simbolo della pietra che rotola via della tomba del Cristo risorto.
Sempre nei Paesi del nord Europa ritroviamo ancora l’uso del simbolo dell’uovo. Non a caso i festeggiamenti pagani Ostara dedicati a Eostre, antica dea dell’alba, sembrano aver dato il nome alla Pasqua in Germania e nel Regno Unito. Il termine “Oster” significa in fatti Pasqua in tedesco, così come l’anglosassone “Easter”, usato sia per la pasqua che per la primavera. In entrambe le celebrazioni il tema è la rigenerazione, il passaggio dall’inverno – il mondo sotterraneo, il sonno della coscienza e il letargo degli animali – alla primavera, tempo del risveglio della Natura e della spiritualità.
Dimenticavo di menzionare che l’equinozio è noto anche come il giorno delle nozze tra il Sole e la Luna, momento di equilibrio perfetto e di unione del principio attivo, maschile, e quello ricettivo, femminile.
Secondo i miti nordici, Eostre è una dea lunare, moglie di un dio solare che morì proprio qualche giorno prima dell’equinozio di Primavera. Prima di morire il dio aveva fecondato la sposa con il suo seme, attraverso il quale è ritornato in vita come figlio e poi come sposo della dea.
Tornano l’uovo, la Fenice (e la gallina), il fuoco e la rinascita nel suo ciclo completo di infinita rigenerazione. E abbiamo esplorato solo poche tra le innumerevoli tradizioni Occidentali. Esistono parallelismi nelle culture Orientali, ma oggi ho scelto di soffermarmi su quelle più vicine a noi.
I Tarocchi di Marsiglia: il percorso della rinascita dell’uomo
Qui in Occidente, specialmente in Italia, siamo immersi nelle acque della tradizione Cristiana, sin dalla nascita. Che noi siamo credenti o meno, viviamo sotto lo stesso “tetto” e influenzati dall’inconscio collettivo, preserviamo la tradizione dell’uovo che è collegato alle feste pasquali per il tema della resurrezione del Cristo, simbolo per eccellenza della rinascita.
Dopo aver volato sulle ali della Fenice, atterriamo adesso su un terreno a me ancora più caro. Proprio nei Tarocchi di Marsiglia ci sono riferimenti al Cristianesimo: oltre all’uovo, è possibile rintracciare diversi rimandi, più o meno espliciti, alla resurrezione del Cristo.
Diversamente da quello che generalmente si crede, i Tarocchi non sono poi così lontani dalla cultura cattolica. Chi è stato, secondo le Scritture, il primo testimone di quest’evento? La scena sarebbe rappresentata proprio negli ultimi due Arcani Maggiori. Maria Maddalena è infatti la prima testimone della visione del corpo celeste del Cristo risorto dalla sua tomba, nell’Arcano XX Il Giudizio. Alcuni credono che al centro dell’Arcano successivo, Il Mondo, ci sia una versione androgina del Cristo che si mostra a rinascita compiuta, al centro di un nido ovale – a forma di uovo – che nasconde proprio un uovo alla sua base. Altri, invece, dicono che al centro de Il Mondo (Arcano XXI) sia ritratta proprio la Maddalena, unica santa rappresentata nuda, infatti, nella nostra cultura.
In un caso o nell’altro, è proprio questo il potere dei Tarocchi: portarci dalla dualità in cui viviamo, verso l’unione e la non-dualità, grazie alle molteplici combinazioni dei loro simboli. Possiamo trarre perciò il significato simbolico della storia raccontata dai Tarocchi: Maria Maddalena potrebbe essere il simbolo dell’Anima del Mondo, la forza femminile, ricettiva, il vaso del cosmo che accoglie la rinascita del principio maschile, attivo, la luce rappresentata dal cristo. Queste due figure della religione, o mitologia, cristiana potrebbero rappresentare quindi due parti dello stesso elemento. L’albume e il tuorlo che compongono l’uovo.
E i quattro simboli, agli angoli de Il Mondo, anch’essi di origine cristiana (ricordano proprio quelli dei quattro evangelisti riconosciuti) non rappresentano altro che i quattro elementi, acqua, terra, fuoco, aria, che sono lì a sostenere la struttura, il guscio dischiuso dell’essenza risvegliata, la tomba dalla quale Cristo risorge vivo. Questi elementi corrispondono infatti ai quattro semi degli Arcani, rispettivamente Coppe, Denari, Bastoni e Spade.
L’origine dei Tarocchi di Marsiglia corrisponde con la loro fine: in un ciclo infinito di vita, ci insegnano a vivere e a rinascere. Il mio invito è quello di osservare la rinascita che già avviene ogni giorno dentro di noi e perché non farlo anche insieme al mondo, che proprio oggi ci testimonia il ciclo della sua stessa rinascita?
I rituali dell’equinozio di Primavera
Senza saperlo, compiamo già dei rituali sacri nella nostra realtà domestica: le pulizie di primavera!
Non c’è modo più semplice ed essenziale per celebrare la rinascita se non lasciare andare il vecchio per fare spazio al nuovo. Fosse per me, farei questo rituale di pulizia ogni settimana, ma non tutti amano lo stile Marie Kondo degli spazi vuoti e degli arredi minimali ed essenziali. Il mito della Fenice ci insegna che il vecchio può anche non essere buttato via, possiamo riutilizzarlo e ridargli vita creando qualcosa di nuovo, come la Fenice ha creato il nido per l’uovo, come ha creato se stessa dalle sue ceneri.
Se vogliamo, invece, compiere un rituale di respiro più tradizionale, possiamo utilizzare un uovo dipinto a mano e seppellirlo in un giardino, un parco, o comunque nella natura, fino al giorno dell’equinozio di primavera dell’anno successivo. Possiamo legare a questo uovo i nostri blocchi, le situazioni in sospeso che facciamo fatica a lasciare andare, affinché il ciclo di rinascita possa compiersi perfettamente e portare energia di rinnovamento nella nostra vita.
Possiamo condividere questo rituale di primavera, donando alle persone che amiamo uova dipinte a mano da noi, invitandoli poi a fare lo stesso.
Partecipare a un rituale, o compierne uno, è uno dei modi che adotto per primo per porre l’attenzione e focalizzarmi sulle tematiche su cui voglio lavorare. I rituali sono simboli e metafore, sono momenti di concentrazione. Il rito abbatte la distanza apparente creata dal tempo e dallo spazio, o almeno dalla nostra percezione di essi, e riporta nel presente la forza evocativa custodita dalla conoscenza antica dei nostri antenati, delle nostre origini.
È proprio vero che «siamo nani sulle spalle dei giganti» (Bernardo di Chartres) e che la nostra cultura è strettamente condizionata da quella antica. Siamo in grado di evolvere grazie anche alla conoscenza raccolta da chi ci ha preceduto. Partendo dai grandi miti che hanno contribuito a conservare la storia della vita e dell’essere umano, fino ad arrivare a quelli che ci precedono solo di anni, di poche generazioni: i nostri genitori e i nostri antenati più prossimi, che con il semplice compiere la propria vita, hanno generato la nostra e custodito, fino a consegnarlo a noi, il seme della vita.
Che dite, ricambiamo il favore e facciamo del nostro meglio, oggi, per essere felici?
Felice primavera e buona rinascita!
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