Mi chiamo Alberto Manieri e…
Tutto ebbe inizio con un libro, un sogno e un attacco di panico – l’unico. Grazie a questi tre elementi, ho davvero aperto gli occhi solo a 18 anni. Non mi accontentavo di pormi semplici domande esistenziali, come fanno molti adolescenti. Cercavo risposte. Mi sono avvicinato alla spiritualità orientale e poi all’esoterismo occidentale, affascinato dalle loro similitudini. Le tracce di una stessa filosofia emergono sia nella storia delle antiche civiltà che nelle moderne scoperte della fisica e della scienza. Perché tanti nomi per una sola verità?
Uno dei primi insegnamenti che ho ricevuto è stato questo: la verità non è unica, forse ne esiste una per ogni coscienza pensante. Sì, c’è un filo conduttore, ma è quasi invisibile. Ed è per questo che non ho mai smesso di farmi domande. Se uniamo i puntini, scopriamo corrispondenze incredibili, ma il disegno rimane infinito.
Chi sono? Potrei dire che mi chiamo Alberto Manieri, nato nel basso Salento e abito a Milano. Vivo con il mio compagno, una sorella animale che si chiama Luna, e una rete di amici che sono diventati la famiglia che ho scelto. Ho 33 anni e continuo a esplorare i miei talenti in diversi ambiti professionali. Mi descrivo come un insaziabile curioso, convinto di sapere tanto e di conoscere ancora molto poco. Ho aperto questo blog nel 2015 per dare forma alle mie riflessioni, che in testa sembrano nodi aggrovigliati e prendono vita attraverso la scrittura. Nel 2018 ho iniziato a condividere pratiche di auto-conoscenza e benessere, parlando di simboli, rituali, archetipi e, spesso, di Tarocchi.
I Tarocchi sono la voce dell’anima, il libro della vita. Scelgo di lavorare con i Tarocchi perché simboleggiano l’inconscio collettivo occidentale, permettendoci di interpretare la realtà e lavorare sui nostri schemi mentali. Sono uno dei molti linguaggi che ho imparato a parlare. Grazie ai Tarocchi, la complessità del mondo può essere decodificata attraverso simboli universali. Le risposte che cercavo non le ho trovate, ma ho imparato a fare domande migliori.
Ciò che siamo non è la somma di ciò che facciamo. Così, per raccontarti cosa faccio, ti invito a esplorare un’altra pagina di questo blog!