A differenti latitudini e longitudini, questi giorni rappresentano un tempo di riflessione, sospeso tra due mondi. Le celebrazioni di Samhain, il sabba che segna il capodanno celtico, o il Día de los Muertos, con le sue vive tradizioni messicane, risuonano profondamente con l’idea che la morte non sia una fine definitiva ma piuttosto un passaggio, un momento di contatto con l’invisibile.
In questo periodo dedicato al passaggio dalla vita alla morte, molti di noi si recano a far visita ai propri defunti, come se questo gesto ci permettesse di conservare una continuità con loro. Ornare le tombe è un’usanza che conserviamo dai tempi dell’Antica Roma, e prima ancora dalla Grecia. Si pensava che si potesse aiutare il passaggio all’aldilà rendendolo più gradevole.
Apprezzo molto la ritualità, eppure, in questo caso, non rischiamo di cadere in una trappola mentale? Soprattutto se ci focalizziamo sull’effetto e non sulla causa.
I fiori recisi sono il risultato di un taglio, un gesto simbolico di separazione. Ma il taglio di un fiore, simbolo di vita, è effettuato da una lama, simboleggiata dalla Spade dei Tarocchi, il seme della mente – elemento aria. Una volta messi in un vaso, l’acqua torna a nutrire la loro crescita. Il vaso, come le Coppe nei Tarocchi – elemento acqua , è simbolo del cuore che continua ad alimentare la vita anche dopo la morte, permettendo alla memoria e all’amore di persistere.
Ma qual è davvero il segreto della vita? Si nasconde nella morte, o piuttosto nella capacità di riconoscere che ciò che appare finito continua in altra forma? Il “taglio” che scollega il fiore dalla terra avviene nella mente, ma è il cuore che continua a nutrire l’istinto di riportare i fiori sulla terra, tramite questo gesto di riconsegnare i fiori ai defunti, di riconnettersi alla sorgente vitale che ci collega al ciclo perpetuo di vita, morte e rinascita.
Dove sta l’inganno della mente? Quando portiamo i fiori, crediamo che la vita continui grazie ai fiori stessi. Dimentichiamo che quei fiori, recisi, non sono più simbolo di vita, ma lo è l’acqua e il vaso che li contiene. Quel gesto al cimitero, forse, ci vuole ricordare che la vita continua nei nostri cuori. Non stiamo riempiendo quel vaso solo con dei fiori, ma anche di acqua, di emozioni.
James Hillman, in Storie che curano¹, descrive come la morte non sia “un finale traumatico, bensì una soglia, un rito di passaggio che offre all’anima una nuova dimensione di esperienza e trasformazione.” Questo cambio di prospettiva ci permette di avvicinarci alla morte come a un’esperienza vitale e naturale, da accogliere come parte integrante della vita, e che arricchisce il ciclo dell’esistenza.
Allo stesso modo, l’Arcano senza Nome (XIII) dei Tarocchi, con la sua falce, non rappresenta la distruzione, ma la metamorfosi. È l’invito a guardare oltre il visibile e riconoscere che, anche nelle ombre della morte, pulsa una forza creativa che spinge verso la rinascita. Proprio come l’acqua nutre e rigenera i fiori, la morte stessa alimenta la vita. Il segreto della vita, allora, si nasconde nel cuore, come un tempio, che risiede il potere di sostenere ciò che appare concluso, continuando a nutrire il legame con la fonte da cui tutto ha origine.
Quando offriamo fiori ai nostri cari defunti, è come se riportassimo un frammento della loro memoria alla terra. L’atto di recidere il fiore non elimina la sua essenza, se riconnesso alla terra, attraverso fonte inesauribile di vita, che rappresenta l’acqua. Questo è il potere dell’Arcano XIII: mostrarci la morte come un passaggio, una liberazione e un continuo ritorno alla vita.
Così, l’Arcano senza Nome ci insegna ad abbracciare la ciclicità della natura, liberandoci dal timore della fine. Attraverso il simbolo della morte, ci è permesso lasciare andare ciò che non serve più, aprendo il cuore e la mente a nuove possibilità di trasformazione e comprensione della vita.
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1 commento
Cristina
3 novembre 2024 at 03:08Non ci avevo mai pensato. Non vado a portare i fiori al cimitero ma in famiglia lo fanno sempre, capisco ora che non è solo una usanza dei paesi. La carta della morte non mi spaventerà più come prima! 😌 🍀 🐞 😍😍