Tarocchi della realtà

Staccarsi dalla tetta, il nutrimento materno e l’inquieta fame dell’anima

Staccarsi dalla tetta, il nutrimento materno e l’inquieta fame dell’anima

Fotografia scattata al Giardino dei Tarocchi.

C’è una tensione sottile, ma onnipresente, che guida le nostre relazioni: il desiderio di essere compresi, accettati, nutriti. Questo impulso primordiale affonda le sue radici nei primi istanti di vita, quando il nutrimento era tangibile, immediato, proveniente dal corpo materno.

Siamo creature affamate, ma non di cibo. Il desiderio che ci spinge a cercare relazioni, siano esse familiari, amorose o professionali, è una fame di riconoscimento, di senso, di protezione. Il seno materno, simbolo di nutrimento originario, diventa nella nostra psiche adulta una sorta di “tetta” invisibile alla quale ci aggrappiamo inconsciamente, tentando di colmare vuoti e traumi infantili. Tuttavia, questa tetta è solo un simbolo, una reminiscenza psichica del primo nutrimento che, come un’eco lontana, continua a risuonare nelle nostre relazioni adulte. È un’immagine che racchiude la nostra necessità di appagamento emotivo e sicurezza, riflesse nel bisogno di riconoscimento.

Ma cosa succede quando questo bisogno persiste, quando rimaniamo prigionieri di questa ricerca di nutrimento eterno, incapaci di crescere e di separare il nostro io da quello materno?

Accanto all’immagine della madre nutrice, incontriamo l’archetipo più in

Lettura dei Tarocchi cancro 2018

troverso e misterioso della madresapiente, rappresentata dalla Papessa (Arcano II dei Tarocchi). Se l’Imperatrice (Arcano III, che affronteremo più avanti) offre un nutrimento visibile e abbondante, la Papessa ci guida verso una conoscenza interiore, invitandoci a distaccarci dal bisogno di essere nutriti dall’esterno. Lei custodisce i segreti dell’anima e ci insegna che le risposte, i veri nutrienti psichici, si trovano dentro di noi, nelle profondità dell’inconscio. Non ci offre “latte”, ossia nutrimento concreto, ma conoscenza, un sapere nascosto che può essere svelato solo attraverso l’introspezione. Eppure, per molti, questo silenzio del femminile risulta inquietante: non potendo accedere immediatamente al nutrimento, ci spingiamo a cercare risposte altrove, inseguendo un’illusione di appagamento che si rivela sempre fugace.

La Papessa non è solo una madre silente, ma la custode del mistero e del distacco emotivo. Attraverso di lei, apprendiamo il valore di essere autosufficienti sul piano emotivo e psichico, liberandoci da quel legame di dipendenza che ci spinge a cercare costantemente nutrimento esterno, che sia in relazioni affettive, sostanze o altre dipendenze. Persino certi attaccamenti, come il fumo, possono essere letti come una reiterazione simbolica dell’attaccamento alla tetta materna. Questa riflessione, però, merita di essere approfondita in un’altra occasione.

La Papessa, in una lettura, può indicare un legame di dipendenza con una madre distante o poco affettuosa, e può quindi di andare alla ricerca inconscia di figure simili nella vita: partner, capi o figure di riferimento da cui ci sembra dover elemonisare affetto o gratificazione, perché da “lei” non arrivano. Se iniziamo a visualizzare l’altro come l’archetipo che rappresenta per noi, quindi riconoscendo anche la nostra proiezione psichica sull’altro, la Papessa può diventare una guida spirituale: ci invita a distaccarci dalla dipendenza emotiva e a cercare la verità dentro di noi piuttosto che fuori.

Lettura Tarocchi ImperatriceDall’introspezione silenziosa della Papessa passiamo all’abbondanza e alla generosità dell’Imperatrice (Arcano III). Se la Papessa ci invita al distacco, l’Imperatrice rappresenta l’energia creativa, dirompente e feconda della madre terrena. In poche parole, mentre la Papessa ci invita a guardare dentro di noi, l’Imperatrice, il suo femminile complementare, ci mostra l’importanza del nutrimento visibile e dell’amore che si manifesta nel mondo concreto. Simboleggia il nutrimento tangibile e l’amore che genera vita in forme concrete. Tuttavia, l’amore materno, quando eccessivo, può trasformarsi in vincolo: un nutrimento senza limiti può sfociare in dipendenza.

Nel quotidiano, questa dinamica si ripete in modi sottili: diventiamo figli bisognosi che cercano negli altri la cura che non riescono a trovare in se stessi, o madri simboliche che offrono nutrimento fino a svuotarsi. La tensione tra abbondanza e dipendenza è centrale nell’archetipo dell’Imperatrice.

Potrebbe sembrare naturale a questo punto tirare in ballo Freud e il complesso di Edipo, con tutte le implicazioni legate al conflitto e al desiderio nei confronti della figura materna e paterna. Ma non è di questo che stiamo parlando. Qui non si tratta di una lotta per il possesso o di rivalità con il padre. Quella che esploriamo è una fame più profonda, ancestrale, che trascende il desiderio sessuale o edipico. È la ricerca di un nutrimento psichico che colmi le nostre lacune interiori.

Se Freud ha sottolineato l’importanza dei legami familiari nella formazione dell’individuo, Jung ha ampliato la riflessione offrendo una visione archetipica della madre. Per Jung, la madre non è solo una figura reale, ma un simbolo che appartiene all’inconscio collettivo. L’attaccamento alla tetta, dunque, non è solo un fatto individuale, ma riflette una dinamica archetipica. Quando si crea un sistema relazionale — una coppia, un rapporto di lavoro, un’amicizia — rischiamo di cadere in questa trappola mentale: cerchiamo inconsciamente una figura di sostegno che possa lenire le ferite più profonde, quelle che non riusciamo a curare da soli.

Sociologi contemporanei come Zygmunt Bauman¹, con la sua teoria delle relazioni liquide, descrivono come nella società moderna le relazioni siano spesso fluide e fugaci, dominate da una ricerca di appagamento immediato. Anche EvaIllouz² ha approfondito queste dinamiche, analizzando come la cultura contemporanea modelli le nostre aspettative emotive. Viviamo in un mondo che ci spinge a cercare fuori ciò che, in realtà, deve essere coltivato dentro di noi. Il nutrimento emotivo non può essere trovato altrove se prima non impariamo a essere i custodi della nostra anima.

Ma è davvero tutto colpa della madre allora? Certamente no! Ma la psiche tende spesso a cercare una figura responsabile… e chi, se non la madre, sarebbe più adatta per ricoprire questo ruolo ancestrale di nutrice? Vero è che l’energia femminile è stata a lungo “condannata” o comunque considerata negativa — complice anche una grande incomprensione della sua polarità negativa, ovvero ricettiva. Questa percezione distorta ha alimentato pregiudizi verso ciò che è femminile e verso l’energia della madre stessa, oscurando la comprensione della sua natura autentica. Tuttavia, esiste un archetipo, infine che ci invita a riscoprire questo femminile profondo, in cui l’oscurità non è solo un limite, ma parte integrante della sua energia. Parliamo della Luna (Arcano XVIII) che appresenta il femminile più profondo, quello che ha imparato a trovare il nutrimento dentro di sé. È l’archetipo del femminile integrato, capace di vivere nel mistero e di navigare nell’oscurità dell’inconscio senza paura. In questa carta, l’anima affronta le proprie ombre, riconosce i propri bisogni irrisolti e si libera dal bisogno di dipendere dall’altro per sentirsi completa. È attraversando questa oscurità che l’anima può trovare la sua luce, riconoscendo nel mistero della Luna una forza rigeneratrice. L’ombra, anziché essere temuta, diventa lo spazio in cui la crescita interiore si compie.
È la via verso la maturità psichica: essere pienamente se stessi, senza cercare nel mondo esterno quella tetta simbolica che ci ha accompagnati per tutta la vita.

Il distacco dal nutrimento materno non è solo una questione di indipendenza fisica o emotiva. È un processo spirituale, un viaggio interiore che ci porta a riconoscere le nostre dipendenze e a trasformarle. Attraverso il simbolismo dei Tarocchi, possiamo leggere questo percorso come un’evoluzione del femminile: dalla Papessa che custodisce e invita al distacco, all’Imperatrice che nutre, fino alla Luna che ci guida verso l’integrazione e la libertà interiore. I Tarocchi ci offrono una mappa per questo viaggio: ogni archetipo ci invita a guardare oltre il bisogno di conferme esterne, per trovare, infine, una fonte inesauribile di nutrimento interiore.

 

¹ Bauman, Z., Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2000.
² Illouz, E.,
Perché l’amore fa soffrire: Un’analisi sociologica, Il Mulino, Bologna, 2011.

Alberto

Incontro le persone che vogliono scoprire il perché di ciò che accade nella loro vita per poter essere liberi di creare la propria realtà. Leggi tutto...

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