Interprete di realtà

Specchio specchio delle mie brame

Specchio specchio delle mie brame

Specchio specchio delle mie brame

Tanto siamo “bravi” a proiettare sugli altri, tanto spesso non ci accorgiamo che la realtà esterna è lo specchio più fedele di quella interna. Quando entriamo in relazione con gli altri, filtriamo le informazioni sulla base delle nostre esperienze e interpretiamo le loro storie dimentichi di indossare delle lenti che distorcono la nostra percezione della realtà.

È un meccanismo in cui cadiamo automaticamente, ed è quasi inevitabile, ma che al tempo stesso ci fa silenziosamente un regalo. Questo tranello ci lascia il ricordo che l’altro è uno specchio. L’altro ha una sua identità, sì, e anche una sua personalità e tutta una sua vita, ma c’è una parte di sé che è fortemente connessa con una parte di noi. Condividiamo un puntino luminoso, un piccolo foro attraverso il quale riusciamo a guardarci dentro. E attraverso il suo punto di vista, l’altro ci mostra una parte della nostra realtà che da soli non sappiamo cogliere.

Le legge dello specchio

È possibile accorgersene soprattuto con la persona che ci è più vicina: il partner. Le persone che attiriamo nella nostra vita attivano degli aspetti che sono così latenti in noi, aspetti che spesso non riconosciamo come nostri e che attribuiamo agli altri, a chi ce li mostra con le sue azioni. Anche noi vediamo nell’altro qualcosa che l’altro stesso non vede e che noi, dalla nostra prospettiva privilegiata, riusciamo a manifestare.

Abbiamo bisogno di relazionarci con gli altri non solo perché le storie e le esperienze altri costituiscono una ricchezza per noi, ma anche per conoscere meglio noi stessi, per ritrovare frammenti di noi negli altri e finalmente riconoscerli come parti di noi. Finché scappiamo dalle relazioni difficili, o le condanniamo, forse stiamo rifiutando di vedere quello che non ci piace di noi, qualcosa di scomodo e difficile da digerire… perdendo una grande opportunità.
Diventa necessario così aprirsi il più possibile accogliendo le differenze che ci sono fra noi e negli altri, non giudicandole. Per conoscere davvero l’altro e noi stessi, dobbiamo sospendere quanto più possibile il giudizio degli altri, così come vorremmo che l’altro facesse con noi.

La competizione, in una relazione di qualsiasi tipo, deve cedere il passo all’amore. Per esempio, ogni volta che guardiamo con bramosia qualcuno che ha qualcosa che noi vorremmo – e che crediamo di non avere – forse ci sta solo mostrando la via per ottenere proprio quello che abbiamo sempre desiderato e creduto fosse fuori dalla nostra portata.

specchio specchio delle mie brame

«Specchio specchio delle mie brame. Chi è la più bella del reame?» La regina!

Il messaggio della favola di Biancaneve potrebbe racchiudersi in questa sola frase. La regina, insicura delle proprie qualità, si accertava ogni giorno di essere la più bella grazie al suo specchio magico. Finché la figliastra non era diventata una donna dalla quale si sentiva minacciata. Forse era proprio la propria insicurezza a minacciarla, era questo sentimento che la faceva sentire inadeguata, sempre al secondo posto nella sua relazione do coppia. Era in competizione con la figlia del suo sposo. È stata etichettata come “cattiva” ma la carnefice di questa favola è protagonista quanto Biancaneve di questa favola, era la sua vittima solo perché con le sue azioni era caduta nell’ombra, era solo qualcuno che aveva perso tutto pur di ritrovare se stessa. Biancaneve al contrario, doveva ancora trovare la sua luce, infatti non trova se stessa, trova l’amore solo nel salvatore. Per la regina, invece, più cresceva la sua ombra e più lo specchio le mostrava nitidamente le sue paure: la più bella non era lei. Questo accadeva perché continuava a cercare all’esterno qualcosa che era dentro di lei. Non poteva accorgersi che quello che cercava era proprio di fronte a sé, nell’immagine di quel magico specchio, perché la nebbia delle sue paure offuscava la sua percezione.

Vittima, carnefice e salvatore sono i componenti di una dinamica di dipendenza affettiva. In quale di questi tre archetipi ci riconosciamo? Per esempio la regina cattiva vive in noi tutte le volte che non ci sentiamo al centro delle vita del nostro partner, perché crediamo che ci sia qualcuno più meritevole di noi delle sue attenzioni… il suo lavoro, i suoi amici, la sua famiglia, sua madre, i suoi figli – soprattutto se avuti da una relazione precedente. Ma sai come è andata a finire la favola, no?

Guardiamoci più spesso allo specchio, apprezzando ciò che abbiamo e scoprendo per primi in noi quello che ci aspettiamo che gli altri ci riconoscano. Nessuno, più di noi stessi, ha il potere di rendere uno specchio magico, ricordandoci chi siamo e, perché no, che siamo già i più fighi del reame!

Alberto

Incontro le persone che vogliono scoprire il perché di ciò che accade nella loro vita per poter essere liberi di creare la propria realtà. Leggi tutto...

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